sabato 18 luglio 2015

ADRIA (RO) – ITALY - nel Polesine, porta del Delta del Po

ADRIA  (RO) – ITALY - nel Polesine, porta del Delta del Po
(da Wikipedia)
Secondo alcuni storici, si tratta della città che diede il nome al Mare Adriatico come ultima città siracusana. Le prime tracce di un insediamento nella zona dell'attuale città di Adria, risalgono al periodo tra il X ed il VI secolo a.C., quando i Veneti costruirono palafitte sul terreno paludoso che, all'epoca, si affacciava sul mare.
All'inizio del VI secolo a.C. Adria era un semplice insediamento etrusco posto sul Mincio, che all'epoca sfociava nel mare e seguiva quello che oggi è il corso del Canal Bianco, allora chiamato Po di Adria, ed era retta da un sovrano probabilmente scelto tra la nobiltà[senza fonte].
L'insediamento (emporio) fu fondato dai Siracusani come Hatria o Atria durante le politiche espansioniste. La serie di lagune presenti anticamente lungo tutta la costa settentrionale, dalle foci del Po fino a Grado, rendeva sicura la navigazione delle navi.
Per la sua posizione strategica, Adria venne rifondata nel 385 a.C. come colonia della potente Siracusa, nel quadro dell'espansione commerciale in Adriatico promossa dal tiranno siracusano Dionisio il Vecchio. Le nuove colonie sorsero ad opera degli avversari politici del tiranno, che vi stabilirono il regime democratico che era stato cancellato nella madrepatria. Insieme ad Adria vennero fondate Ancona, Issa ed altre.
Divenne poi preda dei Galli, alleati e parte dell'esercito della città di Siracusa.
Il progressivo interramento del delta del Po dalla Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.), che modificò il corso del Po che allora arrivava fino all'attuale Ficarolo e poi piegava verso sud, allontanò la città dal mare rendendo sempre più problematica la prosecuzione dell'attività portuale.
Al passaggio delle invasioni barbariche, il porto di Adria aveva già perso la gran parte della sua importanza, ma assunse il nuovo ruolo di importante bastione militare, all'interno dei territori amministrati dalla Chiesa di Roma. Il definitivo declino del porto di Adria avvenne in seguito alla rotta della Cucca del 589, che sconvolse l'intera idrografia del territorio circostante.
Tra il VII e l'VIII secolo Adria divenne un feudo vescovile indipendente da quello di Ravenna. Dopo una parentesi in forma di comune, divenne un possedimento estense e tale rimase anche di fronte all'espansione della Repubblica di Venezia.
Solo nel XVI secolo Venezia ne assunse il controllo, quando ormai era poco più di un villaggio in mezzo a una palude malarica.
Quando nel Seicento iniziò l'opera di bonifica della valle polesana, Adria cominciò ad assumere nuovamente importanza.
L'invasione di Napoleone Bonaparte del 1796 portò tra l'altro Adria a far parte del Distretto di Padova.
Con il trattato di Campoformio del 1797 fece parte dell'Impero austriaco[4] in seguito agli accordi di pace stipulati con Napoleone con lo scioglimento della prima coalizione antifrancese.
Con un decreto del 27 febbraio 1798 gli austriaci restituirono i diritti in precedenza avuti dalla Serenissima e istituirono la Provincia di Adria.
Dopo la vittoria di Marengo del 14 giugno 1800 i francesi tornarono. Dal 1802 al 1813 entrò a far parte della Repubblica Italiana, trasformata nel 1805 in Regno d'Italia, amministrativamente incorporata nel Dipartimento dell'Adriatico con capoluogo Venezia. L'invasione napoleonica non venne accolta positivamente; maggior favore incontrarono gli Asburgo quando conquistarono il Veneto.
Sconfitto Napoleone, in conseguenza della restaurazione operata dal Congresso di Vienna, Adria dal 1815 fu inclusa nel regno Lombardo Veneto, sotto la Prefettura di Rovigo. Gli austriaci, pur non essendo sempre benvoluti dagli adriesi, migliorarono notevolmente le infrastrutture e la qualità della città, ma spesso sostituirono nelle posizioni gestionali di importanza gli italiani con amministratori austriaci.