domenica 31 dicembre 2017

LE LAGUNE DEL DELTA DEL PO

ECCEZIONALE E RARA RASSEGNA FOTOGRAFICA 
A CURA DEL MUSEO CA' VENDRAMIN  
ORA IN VIDEO CLIP 
by Pino Schiesari alias PinoVision

Raccolta delle immagini utilizzate per la Mostra fotografica in occasione del Workshop "LE UNIVERSITA' NEL LABORATORIO DEL DELTA DEL PO E DELLE SUE LAGUNE" presso il Museo Cà Vendramin il 4 ottobre 2008.

il video (clicca sul faro)


LA RACCOLTA DI IMMAGINI


























lunedì 25 dicembre 2017

MOSTRA D'ARTE NATALIZIA ALLA "FATTORIA" DI ROVIGO


Un omaggio agli Artisti che hanno esposto le loro opere al Centro Commerciale "LA FATTORIA" di Rovigo. L'esposizione sarà visibile fino al 31 dicembre.
Grazie ad Atina Bardo, Marina Basaglia, Giancarlo Brancalion, Gian Manet, Maura Mattiolo, Franco Montanari, Doriano Tosarelli.
Al centro del video mi sono permesso qualche licenza in fatto di colori, giocando con le luci.
Agli artisti espositori i miei più vivi complimenti e gli Auguri di Buone Feste.
Accompagnano il video i seguenti brani musicali scaricati da Youtube, con l’impegno di citare la fonte:
- Cello Suite #1 in G - Prelude - Classical Whimsical di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/); Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html…. Artista: http://incompetech.com/
- Soul Groove di Audionautix è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/); Artista: http://audionautix.com/

Pino Schiesari alias PinoVision

CLICCARE SULL'IMMAGINE PER APRIRE IL VIDEO IN VIMEO


Alcune immagini della Mostra

















venerdì 23 giugno 2017

PER NON DIMENTICARE LA GUERRA 1940/1945

La mia prima e ultima sigaretta

Traduzione di:
Kinder sollten nicht rauchen - Sofort stoppen  
Sie sind verhaftet für Strafe

Dialogo immaginario con le mie tre figlie e le mie quattro nipoti in occasione del 25 aprile 2017, 57° anniversario di matrimonio e 72° anniversario Festa della Liberazione.
ovvero:
PER NON DIMENTICARE I CRIMINI NAZIFASCISTI
ED I MORTI PER I BOMBARDAMENTI ALLEATI
NELLA GUERRA 1940/1945

clicca questa immagine per aprire il video in FB
Il video si apre in Facebook - contiene immagini di episodi della della Provincia di Rovigo e del Delta ferrarese 



·         Ma dai! La vera traduzione è questa: ”I bambini non devono fumare - Smetti subito - Sei in arresto per punizione!”

-          Non sono certo che quelle fossero le parole esatte pronunciate, quasi gridando, dal soldato tedesco, che nel 1944 mi ha visto con una sigaretta in bocca, subito dopo me l’ha tolta e  l’ha pestata.  Erano due i soldati e quello che parlava ci ha preso per le braccia e ci ha portato nell’officina meccanica che era a 50 metri da casa mia, a  Rovigo, in zona San Bortolo, sulla strada che porta a San Sisto.




Fumavi ad otto-nove anni? Con chi eri?




-          Ero con un amico della mia stessa età, otto-nove anni, eravamo sulla strada vicino casa, lui ha raccolto da terra una sigaretta intera, vicino ad un rimorchio senza ruote. Ci siamo nascosti sotto il rimorchio. Lui,  aveva un fiammifero in tasca, l’ha accesa ed ha cominciato a fumare, poi l’ha passata a me. Dopo qualche secondo ho sentito il soldato gridare.


Una officina meccanica?


-          Si, era una tettoia, uno spazio antistante un magazzino di vino. Erano due anni che ci eravamo trasferiti nella zona; ricordo che il nome del magazzino era Bulgarelli. In quella zona è tutto cambiato, compresa la casa dove abitavo, quella che ho descritto nei ricordo dei miei primi 6-7 anni; prima c’era campagna, l’argine dell’Adigetto, uno spazio dove giocavamo a pallone (le prime palle erano fatte con stracci). Ora c’è l’ultimo tratto a sud  del Corso del Popolo. Tornando all’officine dei tedeschi, ricordo benissimo i camion, le moto, le auto. Non c’erano molti soldati, alcuni avevano la tuta da meccanici.


 Continua … cosa è successo poi?

-          Mi hanno sollevato a braccia e fatto entrare in un furgone dal retro, poi hanno fatto, altrettanto con l’amico e chiusa la portiera a due ante. Tutto questo è avvenuto molto rapidamente, io ho cercato di divincolarmi, inutilmente!
-           Ero spaventato, ho gridato più volte,  dopo un po’, ho cominciato a picchiare sulla parete di lamiera, ricordo ancora il rumore, l’abbiamo fatto insieme due tre volte ad intervalli.
-          Ad un tratto un soldato ha aperto e ci ha fatto scendere prendendoci in braccio. Ci ha fatto cenno di spettare. Non era uno di quelli di prima. Era una persona di mezza età.
-          Poi è’ arrivato con una grossa mortadella o wurstel. Con un grosso coltello l’ha tagliata a metà e ce l’ha messa in mano facendoci cenno di andare.   L’ho portata a casa e per un paio di giorni è stato il secondo piatto a pranzo e  cena per tutta la famiglia.
  

      Un soldato tedesco buono? Forse avrà pensato ai suoi figli in Germania.     Sicuramente c’erano soldati diversi dalle SS e della Gestapo, responsabili delle fucilazioni in massa; della deportazione degli ebrei; dei campi di sterminio; dei forni crematori……  In Italia i tedeschi proteggevano gli squadristi fascisti e le brigate nere e la polizia politica  del governo repubblichino.  Pensa che a Villamarzana il plotone di esecuzione era composto dagli squadristi fascisti italiani: 42 sono state le persone fucilate.  L’abbiamo saputo dalla storia della guerra provocata dai nazisti tedeschi, dai fascisti italiani e dai giapponesi e dei crimini dei quali si sono responsabili.






    Ricordi altri episodi?

           -          Da bambino ho vissuto quel periodo come tutti i bambini della mia età; ogni tanto sentivo gli adulti che parlavano fra loro. Ricordo quando dicevano che la guerra era finita,  ma poi sono venuti i tedeschi. Ogni giorno suonavano le sirene di allarme, a volte anche quando eravamo a tavola; sentivo il rumore di aerei che passavano, poi suonava la sirena del cessato allarme. Eravamo in periferia, i miei genitori, ed i parenti sfollati da noi, pensavano non fosse pericoloso. All’esterno dell’officina tedesca non c’erano mezzi militari visibili. So che altri militari erano nelle Scuole vicine alla Chiesa San Bortolo, a 300 metri da casa, ma lì c’era l’Orfanatrofio e la Casa di Ricovero. Gli aerei che passavano sopra di noi hanno bombardato la Stazione di Rovigo,  i ponti sull’Adige, quello di Boara sulla Statale e quello di ferroviario di Granzette. Questi ponti furono oggetto di oltre centoquaranta bombardamenti, che distrussero il ponte ferroviario (17 agosto 1944), il ponte sulla Statale 16 (20 aprile 1945), ma anche molte abitazioni civili, la parrocchiale, il comune ottocentesco e l'intera piazza del paese, facendo quattordici vittime civili.  A Lusia il 20 aprile 1945 il bombardamento, fece 74 vittime, compresi interi nuclei familiari, e con loro il vecchio centro del paese che comprendeva la chiesa e la villa Morosini, all'epoca sede del municipio. Dopo quei bombardamenti, nei giorni successivi, è cambiato tutto.

Il ponte sull'Adige sulla statale 16 a Boara Pol.(RO)/Boara Pisani (PD)
      


dopo il bombardamento

            Danni e altre vittime innocenti inutili. Sappiamo dalla storia che i tedeschi erano in fuga e nei bombardamenti gli alleati non hanno ucciso soldati, ma solamente inermi ed innocenti civili. Ad esempio nel ferrarese interi paesi trasformati in cimiteri (Argenta, Filo di Argenta, Portomaggiore) centinaia e centinaia di persone uccise inutilmente, mentre i tedeschi se ne erano già andati. 

Filo di Argenta dopo il bombardamento
            Continua a raccontare .....


-          Durante interi giorni si sentivano i rumori di cannonate e di bombardamenti e si diceva che gli alleati erano vicini. Nella tettoia-officina non c’erano più mezzi militari. Di sera, un soldato con divisa tedesca sale e dorme nel fienile attiguo alla camera dove dormivo io con i miei fratelli; all’alba del giorno dopo  è stato visto, dal proprietario del fienile, spezzarsi volontariamente un braccio  con la spranga del torchio. Ha preso la spranga nella cantina dove c’erano le botti del vino, ha appoggiato il braccio in un piolo della scala  e con una botta secca si è procurato la frattura.




L'eccidio di Villadose - Ceregnano nella notte della liberazione di Rovigo


-          Intanto continuavano le cannonate. Alla sera i miei decidono che dovevamo andare vicino al cimitero; c’era andata molta gente. Quella doveva essere una zona sicura, ma quella è stata invece una notte di terrore e panico.
-          Non c’era molta strada attraverso campi. 
       Ad un tratto lunghi sibili sulle nostre teste e poi scoppi. Entriamo in un rifugio scavato in un campo, ma io che ero l’ultimo della fila non riesco ad entrare e mi fermo sulla discesa. Il mio corpo era per metà esposto ad eventuali pallottole di mitragliatrici. E se fosse caduto proprio lì una cannonata? 
      Il papà decide allora che dovevamo andare nel centro di Rovigo. Ancora per campi, ci fermiamo dentro una buca di una cannonata, una mezz’ora; poi ripartiamo. Vicino a Porta San Bortolo entriamo in un portone di un palazzo dove c’era un rifugio, vicino all’Osteria detta del Maresciallo. Ma non riusciamo ad entrare, pieno zeppo di gente. Seduti per terra fino al mattino in quell’atrio, mia mamma con la sorellina in braccio, i miei due fratelli di 5 e 7 anni e poi io, il più grande, di poco più di 9.

-          All’alba il papà esce per andare a verificare la casa, giunto vicino viene fermato da persone armate, perquisito e trattenuto con altri; poi viene rilasciato perché è riuscito a convincerli che abitava vicino. Non abbiamo mai saputo se erano fascisti o partigiani. 
      
      Il papà ci riporta a casa.

-          A metà mattinata c’è concitazione fra i vicini che si radunano nella tettoia ormai vuota. Qualcuno mi mette nelle mani una bandiera bianca e mi porta sul ciglio della strada, dove era stata scavata una trincea. Il mio compito era quello di continuare a sventolare la bandiera. Poi il contro ordine: troppo pericoloso. Passa qualche tempo e sulla via di quelle che chiamavamo “le casette” (ora via Bruno Buozzi), c’era gente che correva, qualcuno grida “sono arrivati gli alleati!”. Le persone presenti decidono di andare incontro ai liberatori. Partiamo tutti, io in testa con la bandiera bianca. Stava arrivando un carro armato, forse una colonna. Il carro armato si è fermato, non ricordo quanti erano, c’era molta confusione, si vedevano dei militari che parlavano con dei civili. I carri armati rimanevano fermi e non succedeva niente.  Qualcuno decideva di tornare indietro, temendo pericolo. Io li ho seguiti.


La liberazione di Argenta - Qui è un militare a guidare con bandiera il gruppo di civili.
Sembra la scena di quando avevo io la bandiera bianca, avevo 9 anni.

      Bravo papà! Bravo nonno! Sei stato un bambino coraggioso! Ma non hai mai raccontato queste storie a noi quando eravamo piccole. Sappiamo dalla storia che il 25 aprile si festeggia la fine della Seconda Guerra Mondiale, la sconfitta militare della Germania nazista e l’ingresso nelle nostre città delle armate anglo-americane, accolte festosamente dalla popolazione.

               
-          La guerra non è finita il 25 aprile 1945. La resa senza condizioni dell’esercito tedesco è stata accettata il 29 aprile e resa effettiva solo il 2 maggio 1945. Il 25 aprile invece è l’anniversario della insurrezione generale di tutte le formazioni partigiane dell’Alta Italia, ordinata dal Comitato Nazionale di Liberazione, per evitare che gli Alleati continuassero a bombardare sulla linea del Po e le città ed evitare le stragi di civili. In tutta l’Alta Italia, nelle grandi Città,  i tedeschi si sono arresi ai partigiani in quel giorno, mentre gli operai occupavano le fabbriche per evitare che i tedeschi le sabotassero.








-          “A Sud del Po l’insurrezione era iniziata spontaneamente già da qualche giorno: Bologna e Ferrara il 18-19 di aprile si erano auto liberate senza l’intervento degli alleati. Imola si era liberata dopo una sanguinosa lotta coi tedeschi ben quattro giorni prima dell’arrivo degli Alleati e per questo la città venne insignita della medaglia d’oro al valore militare.”
-          
      Tra la nebbia e l'afa dei campi polesani, la Resistenza germogliò con gruppi nati ad Adria, Badia Polesine, Castelmassa, Ceneselli, Ficarolo, Fiesso Umbertiano ed Occhiobello (solo per citarne alcuni), subito diventati una spina nel fianco dei nazifascisti che reagirono con rastrellamenti e rappresaglie.



-          
“      Anche molti comuni polesani già dal 23-24 aprile erano sotto il pieno controllo dei
Comitati di Liberazione locali. Memorabile fu l’attraversamento del Po sotto il pericolo del “fuoco amico” da parte di alcuni partigiani di Gaiba per far cessare il bombardamento alleato che stava distruggendo inutilmente i nostri paesi in quanto i tedeschi, incalzati dai partigiani, non erano riusciti ad organizzare alcuna valida difesa all’avanzata alleata. Nel solo Veneto si arresero alle formazioni partigiane circa 140 mila soldati tedeschi.”

-           “Il 25 aprile è quindi una ricorrenza legata alla memoria di tutti quelli che si opposero al nazifascismo, disobbedendo, combattendo, morendo, all’interno di quel vasto movimento di popolo chiamato Resistenza.”

      Distruzioni e morti non solo da parte tedesca; anche gli Alleati hanno causato morti.


-          Anche una sorella del nonno, mia zia, è stata uccisa in un bombardamento a Roma. Non ho mai accettato l’idea che per essere “liberati” fossero necessari tutti quei bombardamenti che hanno causato migliaia di vittime civili (600 solo ad Argenta in un solo giorno, uno dei luoghi del Delta), ancor di più oggi a distanza di oltre 70 anni, conoscendo maggiormente gli avvenimenti; si è trattato di inutili massacri di civili, non giustificati da alcuna esigenza militare, con i tedeschi che stavano fuggendo, o che si davano prigionieri o disertavano, di fronte all’imponente forza militare degli Alleati.

-          
      Fascisti e nazisti nelle loro retate prendevano le persone civili innocenti, compresi bambini "a caso". Gli alleati lanciavano le bombe "a caso", le cannonate "a caso". Bombe e distruzioni Lungo il Po e l’Adige, e dove c’erano ponti, spesso centrando gli abitati invece dei ponti. Ovunque, come avvenuto in Provincia di Ravenna e Ferrara, e come nel resto d’Italia.



-          Da questa terribile esperienza è nata l’Unione Europea che finora ha assicurato la Pace per oltre 70 anni e speriamo continui per sempre. Non dovranno più esserci dittature, guerre, distruzioni e morte di innocenti.
Pino Schiesari

Con i miei fratelli e il papà, dopo la liberazione