lunedì 29 febbraio 2016

DELTADELPO VISION (SVOLAZZI)

FUORI PIOVE E FA FREDDO ALLORA FACCIAMO "SVOLAZZI"
Se fuori piove e fa freddo l'unica soluzione per passare la giornata è quella di dedicarsi alla creatività, non importa se poi le cose che fai non interessano a nessuno. Sono innamorato del Delta del Po ed ogni occasione è buona per soddisfare la mia passione. Ieri ho cominciato con lo stilizzare gli Aironi ed i Fenicotteri Rosa, impresa molto difficile se non si dispone di un programma adatto. Ho usato Motion Studio 3D della Corel con il quale ho realizzato poi delle sequenze che ho messo assieme in questo breve video. Gli "svolazzi" che ho ottenuto a me piacciono ed ho deciso di metterli in questo blogspot, spero piacciano anche agli amici che guardano i miei post.

CLICCARE LA PRIMA IMMAGINE PER GUARDARE IL VIDEO - SOLI DUE MINUTI


IMMAGINI













sabato 27 febbraio 2016

I PONTI DI BARCHE SUL PO DI GNOCCA E SUL PO DI GORO NON SARANNO CHIUSI

Stanno per scadere i due mesi di funzionamento provvisorio dei ponti di barche di Gorino e Santa Giulia. C’è la volontà da parte della Regione Veneto di trovare una soluzione. C’è stata una riunione a Venezia il giorno 8 febbraio e la questione è seguita dall’assessore Cristiano Corazzari.
http://www.rovigooggi.it/articolo/2016-02-08/ponti-di-barche-corazzari-regista-della-soluzione/#.VtCrGZzhDcc
 Pericolo di chiusura scongiurato dunque. Ma facciamo rilevare quanto sia assurdo che ci siano ancora ponti di barche a garantire la viabilità di territori abitati da migliaia di persone e meta turistica di quanti amano la natura. Ricordiamo che il Delta del Po non è solo Riserva di Biosfera, dove deve essere preservata la biodiversità e la natura; 120.000 persone vi abitano e svolgono la loro attività e molti di questi sono residenti in zone molto lontane dai maggiori centri dove sono ubicati i servizi. Nel caso di questo territorio, come si può vedere nella mappa, i ponti sul Po di Gnocca e sul Po di Goro, in corrispondenza di Santa Giulia nel Veneto e Gorino nell’Emilia Romagna, consentono con soli 10-15 chilometri  la comunicazione giornaliera fra le due regioni delle migliaia di persone residenti.
E’ nato un “Comitato del Ponte” ad OCA MARINA e sono state raccolte 2000 firme. “Se ci chiudono i due ponti di barche rimaniamo fuori dal mondo, sarebbe un problema per il nostro lavoro, per i servizi, per la farmacia, le scuole, gli uffici postali e i chilometri da fare diventerebbero tantissimi” questo il messaggio del comitato dalle frazioni coinvolte dal problema. Il “comitato del ponte” è formato dai residenti di Oca Marina, Gorino Veneto, Gorino Sullam e Santa Giulia che si sono uniti e hanno raccolto più di 2.000 firme per risolvere il problema. I comuni coinvolti sono Porto Tolle, Taglio di Po, Ariano nel Polesine e Goro.
http://www.nuovascintilla.com/index.php/en/terriotorio/polesinenew/18705-ponti-di-barche-sul-po-di-goro-e-sul-po-di-gnocca

I due ponti di barche - una immagine del titolo del video che segue


In questo video abbiamo messo in evidenza non solo la bellezza del territorio, anche gli abitati. Nella sponda Veneta (Isola della Donzella) vi solo le frazioni di Porto Tolle di Oca Marina, Santa Giulia, Gorino Veneto, Gorino Sullam. Nella parte Emiliana vi è il grosso Comune di Goro e la frazione di Gorino, anch'essa molto popolosa: è una zona molto più sviluppata economicamente di quella Veneta e per questo motivo raggiunta tutti i giorni da lavoratori abitanti nella parte Veneta.

E' pubblicato sia in VIMEO che in YOUTUBE

QUESTO E' VIMEO


LA MAPPA




QUESTO E' YOUTUBE



GORINO - FRAZIONE DI GORO - EMILIA ROMAGNA

SANTA GIULIA - FRAZIONE DI PORTO TOLLE (RO) - VENETO

giovedì 25 febbraio 2016

SELEZIONE DA ENTE PARCO DELTA DEL PO

SELEZIONE DALLA PAGINA FB DEL PARCO REGIONALE VENETO DELTA DEL PO

Le più belle fotografie d’ambiente, pubblicate nella “Page” dell’Ente Regionale Veneto Parco Delta del Po, unite in questo video a testimoniare la bellezza e la ricchezza di una delle terre più belle d’Italia e d’Europa, Riserva delle Biosfera Unesco “Delta del Po”. Un ringraziamento agli Autori che con la loro arte consentono al mondo di conoscere questo Ambiente. Ad ogni immagine è stato sovrapposto il commento scritto al momento della pubblicazione nel diario della Pagina. - Il video è accompagnato da piacevoli brani musicali.



alcune immagini nel video















martedì 16 febbraio 2016

VISITA VIRTUALE AL FARO DI PILA

IL FARO DI PILA A PUNTA MAESTRA
NEL DELTA DEL PO 
DI PROPRIETA' DELLA MARINA MILITARE



Da Google Earth - Foto di Claudio Pedrazzi

 Prima della seconda guerra mondiale il vecchio Faro di Pila, costruito nel 1885 e poi demolito dalle truppe tedesche in ritirata durante l'ultimo conflitto mondiale, si trovava dove ora sorge il paesino di Pila e questo fa capire quanto in pochi anni la terra si sia espansa verso il mare; l'occasione fu propizia per riportare il nuovo faro sul mare ma oggi anche il nuovo faro, per il lento e inesorabile avanzare dei detriti, si trova ad essere ormai ad un paio di chilometri dalla foce vera e propria del Po Grande o Po di Venezia, pur mantenendo la peculiarità di essere la costruzione in muratura più ad est del delta. Al largo di Punta Maestra è posta una meda luminosa cardinale Est a luce scintillante bianca mentre per l'accesso al Po Grande, consentito solo ad imbarcazioni con pescaggio massimo fino a 1.50 m in condizioni meteomarine favorevoli, è necessario seguire la segnaletica del canale costituita da pali in legno. Il faro è posto sul lato nord dell'ingresso del Po Grande su un isolotto accessibile solo via mare ed è una costruzione in muratura bianca alta circa 45 metri, presenta una lanterna a 47 metri sul livello del mare con una portata luminosa di circa 30 Km ed è attivo dal tramonto all'alba con 3 lampi bianchi ogni 20 secondi.






 Da lontano ormai si vede di più la ciminiera della centrale termoelettrica di Polesine Camerini, posta sulla sponda sud dello stesso tratto di fiume, che d'altra parte con i suoi 250 m è la costruzione in muratura più alta d'Italia.



Tutto intorno valli, barene, casoni di canna palustre e rami minori del fiume (Busa di Tramontana e Busa di Scirocco), verso sud la spiaggia sabbiosa di Scano Boa paradiso e luogo di nidificazione di gabbiani, sterne e beccacce di mare. 

Capanno di Scano Boa, ricostruito dopo l'incendio doloso del 2014






Il 12 febbraio 1944 naufragò davanti a Punta Maestra la nave traghetto San Giorgio, costruita a Trieste nel 1914. 




Parlare del Faro di Pila è anche l'occasione per approfondire la terminologia delle zone del delta, indispensabile per capire il territorio:

Busa: ramo fluviale in fase di formazione e non arginato quindi ancora soggetto a dinamiche di carattere naturale, la busa si trova in prossimità delle foci

Scanno: sottile lingua di sabbia formata dal deposito dei detriti fluviali ai lati della foce del fiume

Laguna: bacino di acqua salmastra poco profondo a ridosso del mare dal quale è separato dagli scanni

Valle: bacino di acqua salmastra poco profondo la cui gestione idrica è regolata dall'uomo, si trovano a ridosso delle lagune dalle quali, attraverso chiuse, si approvvigionano di acqua

Sacca: simile alla laguna ma con una più ampia apertura verso il mare tale da risentire
direttamente dell'influenza marina 








sabato 13 febbraio 2016

IL FARO DI GORINO

A Sud di Punta Maestra e del Faro di Pila il delta del Po rientra verso ovest e il confine con l'Emilia Romagna in un susseguirsi ancora più intricato di bocche di fiume, valli, zone paludose e sacche (Sacca di Scardovari e Sacca di Goro) dove si sono sviluppati gli allevamenti di cozze e vongole. 



In questa zona del Delta sulla foce del Po di Goro che segna il confine tra Veneto ed Emilia Romagna si trova, sulla sponda romagnola del fiume, il Faro di Goro o Gorino, una struttura a base cilindrica alta circa 22 metri e sormontata da una lanterna che ha un fascio luminoso di circa 10 miglia alimentato a corrente elettrica attraverso un cavo submarino proveniente dalla sponda veneta.





Nel tardo medioevo il Porto di Goro era un'importante via di comunicazione fluviale; con la
conclusione dei lavori del taglio di Porto Viro (1604) i sedimenti cominciarono a spingere la foce del Po di Goro verso SE facendo velocemente allontanare la linea di costa dalla posizione (Santa Giustina) che aveva nel '500, alla metà del '600 la foce era avanzata di circa 2 km, ai primi del '700 la linea di costa si era portata all'altezza dell'attuale Goro. Poiché non si erano ancora risolti i conflitti tra lo Stato Pontificio e la confinante Repubblica di Venezia furono costruiti due fortini difensivi a nord e a sud del Po di Goro; il fortino papale divenne il polo di aggregazione dell'attuale abitato di Goro che si sviluppò come porto fluviale per trasformarsi in centro peschereccio incentrato quasi  esclusivamente sulla pesca in sacca fino al boom negli anni '80 della vongola filippina. Il progressivo avanzamento della foce del fiume portò presto all'emergere di nuove aree ad est di Goro, l'attuale Gorino, nei primi dell'800 fu costruita una lanterna che già nel 1870 fu sostituita dal Faro Vecchio ancora visibile lungo l'argine, ma anche questo divenne in breve tempo superato dal veloce avanzamento della linea costiera rendendo necessaria la costruzione di un faro più avanzato anche questo fatto esplodere nel 1945 dall'esercito tedesco in ritirata. Nel 1959 all'imbocco del Po di Goro nell'estremità orientale dello Scannone detta Isola dell'Amore fu costruito l'attuale Faro di Goro con la casa del guardiano raggiungibile solo con mezzi nautici o attraverso un camminamento naturalistico che parte dal Porto di Gorino. 

La foce del Po di Goro  fra le due sponde Ferrarese e Polesana


La Sacca di Goro

A sud del faro di Goro si apre la Sacca di Goro un'ampia ansa posta tra le foci del Po di Goro e del Po di Volano che è una delle lagune salmastre di maggiori dimensioni dell'Alto Adriatico; a sud per cui la Sacca  lo Scannone delimita il confine con il mare aperto, una bocca di circa 1500 metri tra il Lido di Volano e la punta dello Scannone mettono in comunicazione la Sacca con il mare aperto riceve acqua salata dal mare ma anche acqua dolce dal Po di Goro tramite la chiusa di Gorino, dal Po di Volano e dal Canal Bianco. Questa commistione di acque dolci e salate rende la Sacca ideale per gli allevamenti di cozze e vongole e importantissima dal punto di vista ambientale. Negli anni '80 e '90 la Sacca di Goro era diventata un centro di allevamento importante per la vongola filippina, i pescatori di Goro hanno cominciato a venderla in tutto il mondo e la zona ha conosciuto un vero boom economico; successe di tutto dalle battaglie navali con i rivali di Comacchio e Chioggia al drastico aumento del numero degli abbandoni scolastici, in quegli anni un qualsiasi quindicenne impiegato nell'allevamento di vongole poteva avere un reddito superiore a quello di qualsiasi impiegato.



Tornando al Faro di Goro esso si raggiunge partendo a piedi dal Porto di Gorino inoltrandosi in un percorso tra canneti e lagune salmastre che arriva fino all'Isola dell'Amore estremo lembo sabbioso che si incunea nel mare in uno scenario suggestivo.
Ma conviene la riva sinistra Veneta - Polesana del Po di Goro dove c'è l'attracco del Bacucco e c'è una motonave che fa la spola.



La  sponda sinistra in Polesine e auto in sosta sull'argine
Persone in attesa dell'mbarco per il Faro

Arrivo della piccola imbarcazione che fa la spola Bacucco-Faro

Eccola, pronti per l'mbarco!

C'è posto per tutti