mercoledì 29 gennaio 2020

AGLIO BIANCO POLESANO DOP, AGRICOLTURA VENETA, INTERVISTA A GIUSEPPE BERETTA

NEL POLESINE IL 60% DELLA PRODUZIONE NAZIONALE DI AGLIO

Una lunga intervista trasmetta da “Rete Veneta”, Settimanale TV di Informazione e Cultura Agricola Veneta, ad uno dei principali produttori di Aglio Bianco Polesano Dop, Giuseppe Beretta, titolare dell’omonima azienda Agricola di Grignano (Rovigo) di 120 ettari, dei quali 60 di proprietà e 60 in affitto. Recente il marchio “Aglio Beretta”, con il quale il produttore è presente a Fiere e Manifestazioni.
L’intervista è contenuta nella trasmissione settimanale del 25 gennaio 2020, della durata complessiva di circa mezz’ora e si sviluppa con intervalli per dare spazio ad altre notizie di avvenimenti del comparto agricolo del Veneto. Abbiamo raggruppato le varie parti senza interruzioni, riducendo a metà il tempo, per dare maggiore risalto all’intervista del settimanale TV Rete Veneta. Per chi volesse rivedere l’intera trasmissione segnaliamo il link di YouTube:




Per chi volesse rivedere l’intera trasmissione segnaliamo il link di YouTube:

Non condividiamo il titolo: “LA CRISI DELL’AGLIO”, non solo per l’errore contenuto di definire l’aglio bianco polesano una DOP del Delta (vedi il titolo poco più avanti dell’inizio). Ad eccezione di una parte del territorio di Adria, i restanti Comuni nei quali si coltiva l’aglio sono situati nel Medio Polesine (Rovigo, Crespino, Fiesso Umbertiano, Villamarzana, Villadose, San Martino di Venezze, Frassinelle Polesine, Lendinara, Fratta Polesine, Castelguglielmo, Canda, Adria, Occhiobello, Papozze, Lusia, Ceregnano, Villanova del Ghebbo, Arquà Polesine, Pontecchio Polesine, Costa di Rovigo, Pincara, Villanova Marchesana, Bosaro, Canaro, Gavello, Guarda Veneta, Pettorazza Grimani, San Bellino).
Dall’intervista non emerge una grave e irreversibile crisi, se non i problemi legati al clima (le piogge autunnali che non hanno permesso il completamento delle semine) e problemi sulla sanità del prodotto che richiede grande attenzione in tutte le fasi, dalla semina al raccolto e conservazione. Dice Giuseppe Baretta, che l’aglio va seguito come un bambino; quasi tutte le mattine in certi periodi bisogna guardarne ed osservarne la sua crescita. In Polesine esiste un’azienda che produce aglio biologico basato su un disciplinare, una produzione dalla quale è attratto, molto aderente alla sua mentalità.
Vero che la concorrenza cinese e spagnola costituisce un problema, ma anche l’aglio italiano varca i confini. Non è solo la Cina ad invadere il mercato europeo con il suo prodotto a basso costo; anche la Spagna sta attuando una strategia basata sostanzialmente sui grandi volumi e prezzi bassi. Purtroppo, trovano pubblico e consumatori molto più attenti al prezzo che alla qualità, oppure, la tesi più probabile è che i consumatori sono molto distratti ed acquistano il prodotto che viene loro offerto dalla grande distribuzione, questa sì molto attenta alle percentuali commerciali di ricarica, che si sposa con i grandi numeri.
L’aglio polesano deve difendersi puntando sulla qualità, sulla diversificazione e sui giovani, come sperano Giuseppe Beretta ed il figlio diciasettenne che frequenta l’Istituto Tecnico Agrario Statale “Ottavio Munerati” di Sant’Apollinare – Rovigo.  
Ma dall’intervista emerge anche che il Consorzio di Tutela dell’Aglio Bianco Polesano e l’associazionismo, aiutano poco e dovrebbero fare di più, prendendo spunto dalla vicina Regione Emilia-Romagna, molto attiva nel sostenere l’aglio prodotto nella vicina Ferrara e nel Piacentino.
 Pino Schiesari