lunedì 4 aprile 2016

ROVIGO CITTA' MURATA

ROVIGO – CITTA’ MURATA LE ANTICHE MURA, LE PORTE DELLA CITTA’, IL CASTELLO, LE TORRI



La città di Rovigo pur non essendo compresa nel terrirorio della Riserva di Biosfera di recente riconoscimento da parte dell'UNESCO costituita dal Delta del Po, ha la medesima origine. Infatti 
l’abitato di Rovigo è sorto in epoca antica in un territorio acquitrinoso e paludoso protetto da un sistema di fosse che correvano parallele all’esterno della città e compreso fra i due principali fiumi d'Italia nella parte finale del loro persorso. 
La necessità di dotarsi di un sistema murario a presidio del centro abitato, si ebbe già dal XII secolo, in quanto il territorio fu oggetto di ripetute contese fra gli Estensi di Ferrara, gli Scaligeri di Verona, i Carraresi di Padova e la Repubblica di Venezia. Nel corso dei secoli il tracciato assunse la forma di un pentagono schiacciato. Dal XVI secolo le fortificazioni persero progressivamente di importanza e, in molti casi, vennero costruite abitazioni addossate all’interno o all’esterno delle mura. Oggi rimangono poche tracce visibili di questo antico manufatto di epoca medievale; quelle meglio conservate sono visibili alla fine di via Boscolo: si tratta delle mura che chiudevano il lato meridionale della città.

IL VIDEO PUBBLICATO IN FACEBOOK HA RAGGIUNTO OLTRE 30.000 PERSONE ED E' STATO VISUALIZZATO DA OLTRE 10.000 PERSONE (per guardare cliccare sull'immagine)


«Nel Settecento, Rovigo era circondata da un’ampia cinta di mura: cinque porte e un portello permettevano l'accesso alla città. Di queste porte soltanto due rimasero, quella di Sant’Agostino e quella di San Bartolomeo (o San Bortolo); le altre tre, cioè quella d'Arquà, quella di San Giovanni e quella di San Francesco, furono demolite nell’Ottocento. Il portello (così chiamato perché più piccolo delle altre porte) fu distrutto nel 1823. La porta di San Bartolomeo (o San Bortolo), che prende il nome dalla chiesa extra moenia di San Bartolomeo Apostolo, fu eretta tra il 1482 e il 1486, sotto il dogato di Giovanni Mocenigo, in coincidenza con il passaggio della città al dominio della Serenissima. Si tratta di una porta in cotto, a unico fornice, merlata e adorna di stemmi nobiliari. Il relativo arco è sovrastato su entrambi i lati da una cornice, secondo lo stile del Sansovino». http://guide.travelitalia.com/it/guide/rovigo/porta-san-bortolo/
LA TORRE PIGHIN
«Torre Pighin è l'unica torre di cinta rimasta a Rovigo. Originariamente la torre, avendo funzione solo di difesa, era aperta verso l'interno. Nel '700 è stata costruita al suo interno un'abitazione privata, conferendo così al monumento un aspetto veramente particolare. Torre Pighin è l'unica torre rimasta fra quelle che sorgevano lungo la cinta muraria di Rovigo. La torre aveva una funzione principalmente di difesa della città: la sua altezza altezza consentiva una maggiore comodità di avvistamento. La torre in origine era aperta verso l'interno della città, perchè aveva una finalità esclusivamente di difesa e non abitativa. Probabilmente al parte aperta era provvista di alcuni piani in legno, collegati fra di loro da scale a pioli. A seguito dell'evoluzione delle tecniche militari, la torre perse importanza e nel '700 fu trasformata in un'abitazione, aggiungendo la parete mancante. Nel corso del'800 e del '900 la convivenza di un'abitazione privata all'interno di una proprietà pubblica (la torre) rese spesso complicati gli interventi di restauro. Solo alla fine del '900 Torre Pighin è stata ristrutturata ed ora si può ammirare in tutta la sua particolarità».
IL CASTELLO E LE TORRI DONA’ E GRIMANI
«Intorno al 920 il Castello fu eretto dal vescovo di Adria, Paolo Cattaneo. Esso rappresenta il reperto urbanistico più antico della città. Ignoti sono il progettista e l’esecutore dell’opera; è invece certo che il Castello accolse la sede vescovile ed ebbe funzione difensiva contro le scorrerie degli Ungari. Si ritiene che, in origine, fosse una rudimentale fortificazione, composta da una torre cinta da una palizzata. La struttura fu poi modificata e ampliata, fino a diventare una vera e propria fortezza, cinta da mura merlate e da un fossato e dotata di ben otto torri. Vi si accedeva attraverso due ponti levatoi. Al centro della fortezza si elevava il mastio, tuttora esistente, chiamato Torre Donà: alta più di sessanta metri, essa è una delle maggiori torri medievali italiane. Nei pressi sorge la Torre Grimani, chiamata “Torre mozza” perché parzialmente crollata. Entrambe le torri sono pendenti. Simbolo della città, il Castello – che oggi prospetta su Piazza Matteotti – fu sempre considerato proprietà comunale. Quando, nel 1482, Rovigo si sottomise a Venezia, fu stabilito che la Serenissima dovesse mantenere, riparare ed eventualmente rifare – a proprie spese – le mura e le fortezze. Nel 1598 il Consiglio Rodigino concesse al nobiluomo Niccolò Denudo – a titolo di livello perpetuo – il Castello e le sue pertinenze, con l'obbligo di buona conservazione. Nel 1771 i patrizi Donà iniziarono la demolizione della torre col pretesto di pubblico pericolo, ma nella causa loro intentata dai cittadini, ebbero torto. II successore dei Donà, conte Marco Grimani, nel 1836, demoliva parte delle mura; ma la demolizione fu fermata dalle autorità». http://guide.travelitalia.com/it/guide/rovigo/castello-rovigo/

ALCUNE FOTOGRAFIE PRESENTI NEL VIDEO

Torre Grimani

Torre Grimani e Torre Donà vuste dal terrapieno interno al Castello

Porzione di mura di cinta del castello

L'interno della Porta di San Bortolo a sud della città

Porta San Bortolo

Torre Pighin - L'unica torre rimasta

Sia all'interno che all'esterno le mura sono state incorporate nelle abitazioni

Questa porzione visibile è nel retro di Via Luigi Boscolo

Porta Sant'Agostino - sia a destra che a sinistra le mura sono state sostituite o inglobate nelle abitazioni


sabato 19 marzo 2016

LAURETUM - LOREO - PROVINCIA DI ROVIGO

PICCOLA GRANDE CITTA' VENEZIANA

Loreo, città di mare, anzi no; ora il mare è 10 km.  Provincia di Venezia, anzi no, provincia di Adria, anzi no, provincia di Rovigo.  Portus Lauredi, Lauretum, Lauredo, Loredo ed infine Loréo.  Risale a 225 anni prima di Cristo, ad opera dei colonizzatori romani, ma dopo  le distruttive invasioni barbariche di Longobardi e Ungari, divenne  territorio veneziano. Da allora, una piccola grande città veneziana, per secoli “castello” e presidio di difesa a sud della Repubblica  di Venezia. Nemici i Franchi, i tedeschi, i ferraresi. Occupata dai genovesi, dagli austriaci, dai francesi ed ancora dagli austriaci.    
Il centro è il “Naviglio”, ai lati i palazzi, un canale che assicura il collegamento con il mare, attraverso il Canal Bianco e il Po di Levante;  “centro” di tutte le attività commerciali di un tempo basate sulla navigazione. Ancora oggi alcune strade che iniziano dal canale si chiamano “calli” come quelle di Venezia. E’ stata capoluogo della zona (Isola di Loreo) che comprendeva Rosolina, Donada, Porto Viro, più volte incorporate e scorporate. E’ stata sede di Pretura, fino all’avvento del fascismo. I suoi abitanti, chiamati “loredani”  hanno subito un forte ridimensionamento, come in tutti gli altri centri della Provincia di Rovigo, a causa dell’alluvione del 1951. Loreo è stazione di transito della linea ferroviaria Rovigo-Chioggia; il tratto Loreo-Chioggia è percorso in 25 minuti, fatto questo che contribuisce a tenere vivo il sentimento di appartenenza ideale al territorio veneziano.

 Loreo è nel Delta del Po, il suo territorio ricade nella zona di transizione della Riserva di Biosfera. E’ la capitale del “pan biscotto”, dove si produce ancora artigianalmente.  Avvenimento plurisecolare è la grande Fiera di S. Michele (29 settembre) che dal 1337 è un importante appuntamento per la gente del Delta.  Ma, al di sopra di ogni eccellenza materiale ce n’è una di carattere spirituale che vive da oltre quattro secoli:  a Loreo, ogni anno, la vigilia della Trinità, si celebra il rito notturno dell'omonima confraternita dei flagellanti, una parte del rito è segreto, al quale partecipano i “fradèi”,  provenienti da molte località del Veneto, dell'Emilia, della Lombardia, del Trentino-Alto Adige e del Piemonte. Gli iscritti a questa fraternita, sembra siano circa 3.000, quasi come il numero degli abitanti rimasti. Per questa ricorrenza come per le altre notizie consigliamo di leggere quanto riportato in Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Loreo)

IL VIDEO


ALCUNE IMMAGINI (clicca per ingrandire)















giovedì 17 marzo 2016

ADRIA, SENZA AGGETTIVI

GLI AGGETTIVI SONO INADEGUATI PER DEFINIRE ADRIA

ADRIA, semplicemente Adria; qualsiasi tentativo di associare aggettivi fallisce, perché inadeguato. Adria, come insediamento esisteva 3500 anni fa, all’età del bronzo. Adria è stata un porto dell’antica città di Siracusa, nella rotta foci del Po – Grado. E’ la città che ha dato il nome al mare Adriatico, ecc., ecc… Guardate il video di 3 minuti, vi accorgerete che è una città bellissima sia vista dall’alto che a livello terreno. I ponti, i palazzi che si rispecchiano nell’acqua del Canal Bianco, tratto dell’idrovia Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, richiamano le immagini di Venezia. Le chiese e cattedrali sono ricche di storia. Numerosi sono gli edifici civili di interesse storico. Gli abitanti sono meravigliosi. Nel video alcune immagini del “Septem Maria Museum”, ex idrovora trasformata in  Museo della storia della civiltà delle acque,  laboratorio per ricerche di ingegneria naturalistica, centro convegni oltre ad Ostello per accogliere i visitatori della città di Adria e del Parco Naturale del Delta del Po. Ed infine immagini  del Museo Nazionale Archeologico,  dove sono attualmente conservati importanti reperti di epoca etrusca e romana, testimonianza del fiorente commercio portuale che aveva la città (a quel tempo) situata sul mare e nelle vicinanze di uno dei principali rami del Po. Conserva  numerosi oggetti di vetro provenienti sia dai vicini insediamenti che di importazione orientale, e di particolare interesse risulta una biga in ferro ritrovata insieme agli scheletri di tre cavalli nella tomba di un guerriero celtico del IV secolo a.C. Il Museo ospita una sezione dedicata ai reperti di epoca etrusca e romana rinvenuti nella località San Basilio in Comune di Ariano nel Polesine. Il Museo è sede di esposizioni e convegni di rilevanza internazionale. Chiediamo scusa a chi non gradirà i giochi grafici realizzati con alcuni oggetti.

Il video che proponiamo è stato pubblicato cinque giorni fa nella pagina Facebook "Delta POlesine" https://www.facebook.com/deltapolesine/- Questi sono i dati a questo momento:

- PERSONE RAGGIUNGE:  19.836
- VISUALIZZAZIONI             7.000
- CONDIVISIONI                       255




IMMAGINI ESTRATTE DAL VIDEO:











mercoledì 9 marzo 2016

ORTI D'ACQUA E VILLE SOSTITUISCONO LE CASE DI CANNA

SCARDOVARI – GLI ORTI D’ACQUA DELLA SACCA –

 L'OASI di CA' MELLO - IL VILLAGGIO VACANZE DI BARRICATA


Non più case di canne, ma case come ville con ampi giardini alberati e viali con percorsi pedonali e ciclabili, questa è la moderna cittadina di Scardovari, nell’ultimo lembo di giovane terra del Polesine, fertile terreno strappato dall’uomo alla palude.  Gli abitanti sono ortolani d’acqua che si dedicano alla coltivazione di Cozze D.O.P. e di Vongole Veraci, nell’immensa Sacca d’acqua salmastra, fra il mare aperto e il lungo e sinuoso argine che da Porto Barricata, dove è stato costruito un meraviglioso Villaggio Vacanze, arriva fino alla foce del Po di Gnocca. In questo immenso specchio d’acqua, centinaia di “cavane” costruite su moderne palafitte sull’acqua, riparano le barche e sono il laboratorio di famiglie e cooperative  che traggono il loro compenso giornaliero da questa dura ma redditizia attività. Alle spalle l’Oasi di Cà Mello,  particolarissimo ambiente naturale, ricco di specie vegetali differenziate e luogo di sosta e nidificazione per numerose specie ornitiche d'ambiente vallivo.

Le immagini dell’abitato di Scardovari, del Villaggio Barricata, ed in parte quelle delle "cavane" della Sacca, sono state ottenuto da  Google Earth.

Il video in Youtube dura 4 minuti circa, è da guardare fino in fondo; sono 60 immagini. Qui sotto una selezione di 10 immagini:

IL VIDEO



Alcune immagini:


















venerdì 4 marzo 2016

PILA - DELTA DEL PO - IL PORTO PER LA PESCA IN ALTO MARE

IL PORTO DI PILA PER LA PESCA IN ALTO MARE 
NELLA TERRA PIU' GIOVANE D'ITALIA 

Pila è la frazione che dista più chilometri dalla sede comunale di Porto Tolle, ben 18. Ha una popolazione di circa 350 abitanti. Il nome deriva dalle "pile" impiegate per la brillatura del riso che si produceva in tutta l'area. Ma molti non sanno che questo territorio esiste solo grazie ai detriti portati dal Po e dall'opera dell'uomo che lo ha bonificato e liberato dalle acque.
Oggi è un paese quasi completamente votato alla pesca. Dei sei mercati ittici presenti nella nostra regione, la metà sono in provincia di Rovigo: quello di Pila, vocato alla pesca, soprattutto di pesce azzurro, che registra un fatturato di 14,5 milioni di euro. A Pila c'è un porto per la pesca nel fiume, la raccolta delle vongole e la coltivazione delle cozze nelle lagune, dove sono ospitate anche le imbarcazioni da diporto e ci sono le "cavane" della Cooperativa Pescatori di Pila; poco lontano nella laguna c'è il Porto per le imbarcazioni da pesca in alto mare.
Gli altri mercati del Polesine sono a Porto Viro, che commercia prevalentemente prodotti delle acque interne; quello di Scardovari, mercato delle cozze D.O.P. e delle Vongole Veraci del Delta.
 Da ricordare, infine, che il Polesine, con 170 imbarcazioni, detiene il 25 per cento dell’intera flotta veneta.

GUARDIAMO LE FOTO

L'asta del pesce

La mappa della foce del Po di Pila

Il Faro di Pila di proprietà della Marina Militare

La Sede del Mercato ittico di Pila

Il Piazzale del Porto di Pila

Imbarcazioni in sosta nel Porto di Pila

La mappa del Porto di Pila per le imbarcazioni d'alto mare

Imbarcazioni in sosta

Diga di separazione della laguna dalla terra ferma, sullo sfondo la Centrale Enel di Polesine Camerini

Diga di protenzione per le imbarcazioni in sosta

Il Porto per la pesca in alto mare

Pesce azzurro - Sardine ed alici
Cozze D.O.P.
Sardine ed Alici

Cannocchie


Gamberi

Go

Molleche