lunedì 10 agosto 2015

AGOSTO 1849 - RICORDO DI ANITA GARIBALDI NEL DELTA DEL PO

Le foto e la storia nel sito "radiomarconi.com" - cliccare sull'immagine


Il Capanno di Garibaldi e più esattamente Capanno Cavalieri, dove la mattina del 3 agosto 1849
approdò Garibaldi con Anita morente e il suo aiutante Giovanni Battista Culiolo detto "leggero".
Garibaldi fuggiasco e braccato dagli austriaci sbarcò a Magnavacca (ora Porto Garibaldi) in un punto dove ora è denominato Lido delle Nazioni.

Per gli amici che non hanno visto la "fiction" della RAI UNO, ecco i link delle due puntate pubblicate in Youtube, con le premesse che le accompagnano:

PRIMA PUNTATA: Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, destinata a diventare per la storia Anita Garibaldi, vive a Laguna, una cittadina del Sud del Brasile, dove è nata nel 1821. Fin da giovanissima dimostra la sua natura ribelle e indipendente, l'ansia di libertà e di riscatto sociale. Le condizioni in cui versa la famiglia dopo la morte del padre, uno dei tanti mandriani sfruttati dal potere centrale, la costringono ad accettare il matrimonio con un calzolaio. In seguito, il marito rozzo e violento la lascerà per unirsi alle truppe imperiali che reprimono sanguinosamente la rivolta dei contadini. Quando il giovane Giuseppe Garibaldi, esiliato in Brasile con altri patrioti italiani, sbarca a Laguna per combattere a fianco dei ribelli, avviene l'incontro che unirà per sempre i loro destini.

http://www.anita.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9f824f96-25a3-45f9-a3ba-92dd46e0e2f1.html

SECONDA PUNTATA: Mentre Garibaldi è già a Roma, impegnato nella costruzione e nella difesa della nascente Repubblica, Anita, rimasta a Nizza con i bambini, attende impaziente la possibilità di raggiungerlo. Finalmente, incaricata di portare ai patrioti romani i fondi raccolti al nord, parte alla volta di Roma affidando a Rosa, la madre di Garibaldi, i bambini, Teresita e Ricciotti, e lasciando a malincuore Menotti, il figlio maggiore, in collegio. Giunta nella città che rappresenta ormai l'avamposto della lotta per l'indipendenza e la libertà, si unisce a molte altre patriote, Cristina Trivulzio di Belgioioso, Dora Antonini, Enrichetta Pisacane, dedicandosi completamente alla causa della Repubblica Romana e alle urgenti necessità della popolazione, ormai sotto la costante minaccia degli attacchi da parte dell'esercito francese sempre più vicino alle mura di Roma. L'abnegazione di Anita, e la nostalgia cocente per i figli lontani, sono in parte compensate dalla felicità di essersi riunita a Garibaldi, al suo "José". Ma ben presto la situazione precipita: la tregua firmata dal triumvirato che regge le sorti della Repubblica, formato da Giuseppe Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi, viene interrotta prima della scadenza concordata, e l'esercito francese, in schiacciante superiorità numerica e organizzativa - oltre che facilitato dalle trame dei papisti - viola le mura della città eterna. La fuga da Roma, l'imbarco a Cesenatico e la tragica conclusione nelle Valli di Comacchio.