giovedì 13 settembre 2018

ACQUA E FANGO di Maurizio Burgato

ACQUA E FANGO



La montagna è superba e nobile, non si sposta ed ogni cosa è al suo posto che si può toccare. Di te cosa tocco? La nebbia? Le canne che si spostano al vento? O la sabbia che vola in acqua? Se tutto è così sfuggevole perché sono qui? Sono belli i tramonti, anzi le albe sono più belle ed anche i pomeriggi assolati sono belli! Un giorno io e te saremo trasportati dal vento ed i nostri figli si innamoreranno, anche se non siamo roccia, ma solo acqua e fango.
Sono le riflessioni nostalgiche di chi ha vissuto da bambino tanti anni fa nel Delta del Po, dove tutto è sfuggevole e solo ricordo. Il fiume è come un amico al quale dare del "tu".
La poesia accompagna il video di 
Maurizio Burgato pubblicato in Youtube all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=RLUff7UZiSc
che ho ripreso e trasformata in video con testo, dove ho messo anche alcuni fotogrammi all'inizio e alla fine e l’intero commento originale del video.
Pino Schiesari

IL VIDEO IN FACEBOOK



IL VIDEO ORIGINALE IN YOUTUBE



Acqua e fango

La nobile e superba montagna
non si sposta,
lei è una roccia
le nubi la confondono un po’
ma poi riappare,
si staglia chiara all’orizzonte
e se vai…
ogni cosa è al suo posto.


Tu no,
tu vai e vieni,
nel tuo movimento lento
ogni cosa cambi,
come se facessi apposta
perché nessuno si ritrovi.

Forse ero qui,
forse ero là.
Lì,
sono certo la spiaggia era lì,
e poco più in qua c’era il capanno
lì sedeva mio padre,
mi sento da bambino
quando cantavo,
ma ora è sparito tutto,
tranne le canzoni
che si sentono ancora.

Per far peggio ti confondi nella nebbia
non sapendo che tu e la nebbia siete una cosa sola.

Da 400 anni emergi dall’acqua
senza guardare dove ci porti.

Tentano di fermarti
tra argini dighe e ponti
ma non ti fanno nemmeno il solletico.
Io e te,
liberi senza meta,
padre e figlio.
Stessa pasta irrequieta.

L’occhio si perde agli orizzonti,
nelle campagne e nei canneti
non c’è riferimento,
nessuno veda da quale parte inizi,
nessuno veda da quale parte finisci.

La nobile montagna io la tocco,
riconosco il sasso dove salivo.

Da te cosa tocco?
La nebbia?
Le canne che si spostano al vento?
O la sabbia che vola in acqua?

Ma allora
se sei così sfuggente dimmi:
come mai io sono qui?
come mai conosco il tuo nome?
Come mai conosco gli odori dei tuoi venti?
Come mai conosco i tuoi suoni?
Nobile tu non sei
E io nemmeno
Ma io e te
siamo.

Le sere sono i pezzi più belli che hai
veri quadri d’autore,
una la dipingi di rosso
e l'altra di verde
ma in tutte ci metti il silenzio
quel silenzio che piace a me
perché tu e il silenzio siete una cosa sola.

No! mi sbaglio,
le albe sono le più belle
ci metti sempre la nebbiolina,
inumidisci il paesaggio con un po’ di saliva
confondi le ombre
e la luce ti gira dietro
come in valzer ballato lento.

Anche i pomeriggi assolati li fai bene.

Credo che un giorno
diventerò come te,
nel tempo io e te,
vagheremo come quelle canzoni sulla spiaggia sparita,
i venti ci porteranno a terra,
fino alle orecchie dei nostri figli,
che s’innamorino di noi
anche se non saremo rocce
ma solo acqua e fango