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sabato 26 marzo 2016
sabato 19 marzo 2016
LAURETUM - LOREO - PROVINCIA DI ROVIGO
PICCOLA GRANDE CITTA' VENEZIANA
Loreo, città di mare, anzi no; ora il mare è 10 km. Provincia di Venezia, anzi no, provincia di
Adria, anzi no, provincia di Rovigo. Portus Lauredi, Lauretum, Lauredo, Loredo ed
infine Loréo. Risale a 225 anni prima di
Cristo, ad opera dei colonizzatori romani, ma dopo le distruttive invasioni barbariche di
Longobardi e Ungari, divenne territorio
veneziano. Da allora, una piccola grande città veneziana, per secoli “castello”
e presidio di difesa a sud della Repubblica
di Venezia. Nemici i Franchi, i tedeschi, i ferraresi. Occupata dai
genovesi, dagli austriaci, dai francesi ed ancora dagli austriaci.
Il centro è il “Naviglio”, ai lati i palazzi, un canale che
assicura il collegamento con il mare, attraverso il Canal Bianco e il Po di
Levante; “centro” di tutte le attività
commerciali di un tempo basate sulla navigazione. Ancora oggi alcune strade che
iniziano dal canale si chiamano “calli” come quelle di Venezia. E’ stata
capoluogo della zona (Isola di Loreo) che comprendeva Rosolina, Donada, Porto
Viro, più volte incorporate e scorporate. E’ stata sede di Pretura, fino
all’avvento del fascismo. I suoi abitanti, chiamati “loredani” hanno subito un forte ridimensionamento, come
in tutti gli altri centri della Provincia di Rovigo, a causa dell’alluvione del
1951. Loreo è stazione di transito della linea ferroviaria Rovigo-Chioggia; il
tratto Loreo-Chioggia è percorso in 25 minuti, fatto questo che contribuisce a
tenere vivo il sentimento di appartenenza ideale al territorio veneziano.
Loreo è nel Delta del
Po, il suo territorio ricade nella zona di transizione della Riserva di
Biosfera. E’ la capitale del “pan biscotto”, dove si produce ancora
artigianalmente. Avvenimento plurisecolare
è la grande Fiera di S. Michele (29 settembre) che dal 1337 è un importante appuntamento
per la gente del Delta. Ma, al di sopra di
ogni eccellenza materiale ce n’è una di carattere spirituale che vive da oltre
quattro secoli: a Loreo, ogni anno, la
vigilia della Trinità, si celebra il rito notturno dell'omonima confraternita
dei flagellanti, una parte del rito è segreto, al quale partecipano i “fradèi”,
provenienti da molte località del
Veneto, dell'Emilia, della Lombardia, del Trentino-Alto Adige e del Piemonte.
Gli iscritti a questa fraternita, sembra siano circa 3.000, quasi come il
numero degli abitanti rimasti. Per questa ricorrenza come per le altre notizie
consigliamo di leggere quanto riportato in Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Loreo)
IL VIDEO
ALCUNE IMMAGINI (clicca per ingrandire)
giovedì 17 marzo 2016
ADRIA, SENZA AGGETTIVI
GLI AGGETTIVI SONO INADEGUATI PER DEFINIRE ADRIA
ADRIA, semplicemente Adria; qualsiasi tentativo di associare
aggettivi fallisce, perché inadeguato. Adria, come insediamento esisteva 3500
anni fa, all’età del bronzo. Adria è stata un porto dell’antica città di
Siracusa, nella rotta foci del Po – Grado. E’ la città che ha dato il nome al
mare Adriatico, ecc., ecc… Guardate il video di 3 minuti, vi accorgerete che è
una città bellissima sia vista dall’alto che a livello terreno. I ponti, i
palazzi che si rispecchiano nell’acqua del Canal Bianco, tratto dell’idrovia
Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, richiamano le immagini di Venezia. Le chiese
e cattedrali sono ricche di storia. Numerosi sono gli edifici civili di
interesse storico. Gli abitanti sono meravigliosi. Nel video alcune immagini
del “Septem Maria Museum”, ex idrovora trasformata in Museo della storia della civiltà delle acque,
laboratorio per ricerche di ingegneria
naturalistica, centro convegni oltre ad Ostello per accogliere i visitatori
della città di Adria e del Parco Naturale del Delta del Po. Ed infine immagini del Museo Nazionale Archeologico, dove sono attualmente conservati importanti
reperti di epoca etrusca e romana, testimonianza del fiorente commercio portuale
che aveva la città (a quel tempo) situata sul mare e nelle vicinanze di uno dei
principali rami del Po. Conserva numerosi oggetti di vetro provenienti sia dai
vicini insediamenti che di importazione orientale, e di particolare interesse
risulta una biga in ferro ritrovata insieme agli scheletri di tre cavalli nella
tomba di un guerriero celtico del IV secolo a.C. Il Museo ospita una sezione
dedicata ai reperti di epoca etrusca e romana rinvenuti nella località San
Basilio in Comune di Ariano nel Polesine. Il Museo è sede di esposizioni e
convegni di rilevanza internazionale. Chiediamo scusa a chi non gradirà i giochi
grafici realizzati con alcuni oggetti.
- PERSONE RAGGIUNGE: 19.836
- VISUALIZZAZIONI 7.000
- CONDIVISIONI 255
IMMAGINI ESTRATTE DAL VIDEO:
mercoledì 9 marzo 2016
ORTI D'ACQUA E VILLE SOSTITUISCONO LE CASE DI CANNA
SCARDOVARI – GLI ORTI D’ACQUA DELLA SACCA –
L'OASI di CA' MELLO - IL VILLAGGIO VACANZE DI BARRICATA
Non più case di canne, ma case come ville con ampi giardini
alberati e viali con percorsi pedonali e ciclabili, questa è la moderna
cittadina di Scardovari, nell’ultimo lembo di giovane terra del Polesine, fertile
terreno strappato dall’uomo alla palude. Gli abitanti sono ortolani d’acqua che si dedicano
alla coltivazione di Cozze D.O.P. e di Vongole Veraci, nell’immensa Sacca d’acqua
salmastra, fra il mare aperto e il lungo e sinuoso argine che da Porto
Barricata, dove è stato costruito un meraviglioso Villaggio Vacanze, arriva
fino alla foce del Po di Gnocca. In questo immenso specchio d’acqua, centinaia
di “cavane” costruite su moderne palafitte sull’acqua, riparano le barche e
sono il laboratorio di famiglie e cooperative
che traggono il loro compenso giornaliero da questa dura ma redditizia
attività. Alle spalle l’Oasi di Cà Mello, particolarissimo ambiente naturale, ricco di
specie vegetali differenziate e luogo di sosta e nidificazione per numerose
specie ornitiche d'ambiente vallivo.
Le immagini dell’abitato di Scardovari, del
Villaggio Barricata, ed in parte quelle delle "cavane" della Sacca, sono state ottenuto da Google Earth.
Il video in Youtube dura 4 minuti circa, è da guardare fino in fondo; sono 60 immagini. Qui sotto una selezione di 10 immagini:
IL VIDEO
Alcune immagini:
venerdì 4 marzo 2016
PILA - DELTA DEL PO - IL PORTO PER LA PESCA IN ALTO MARE
IL PORTO DI PILA PER LA PESCA IN ALTO MARE
NELLA TERRA PIU' GIOVANE D'ITALIA
Pila è la frazione che dista più chilometri dalla sede
comunale di Porto Tolle, ben 18. Ha una popolazione di circa 350 abitanti. Il
nome deriva dalle "pile" impiegate per la brillatura del riso che si
produceva in tutta l'area. Ma molti non sanno che questo territorio esiste solo
grazie ai detriti portati dal Po e dall'opera dell'uomo che lo ha bonificato e
liberato dalle acque.
Oggi è un paese quasi completamente votato alla pesca. Dei
sei mercati ittici presenti nella nostra regione, la metà sono in provincia di
Rovigo: quello di Pila, vocato alla pesca, soprattutto di pesce azzurro, che
registra un fatturato di 14,5 milioni di euro. A Pila c'è un porto per la pesca
nel fiume, la raccolta delle vongole e la coltivazione delle cozze nelle
lagune, dove sono ospitate anche le imbarcazioni da diporto e ci sono le
"cavane" della Cooperativa Pescatori di Pila; poco lontano nella
laguna c'è il Porto per le imbarcazioni da pesca in alto mare.
Gli altri mercati del Polesine sono a Porto Viro, che
commercia prevalentemente prodotti delle acque interne; quello di Scardovari,
mercato delle cozze D.O.P. e delle Vongole Veraci del Delta.
Da ricordare, infine,
che il Polesine, con 170 imbarcazioni, detiene il 25 per cento dell’intera
flotta veneta.
Pila è la frazione che dista più chilometri dalla sede
comunale di Porto Tolle, ben 18. Ha una popolazione di circa 350 abitanti. Il
nome deriva dalle "pile" impiegate per la brillatura del riso che si
produceva in tutta l'area. Ma molti non sanno che questo territorio esiste solo
grazie ai detriti portati dal Po e dall'opera dell'uomo che lo ha bonificato e
liberato dalle acque.
Oggi è un paese quasi completamente votato alla pesca. Dei
sei mercati ittici presenti nella nostra regione, la metà sono in provincia di
Rovigo: quello di Pila, vocato alla pesca, soprattutto di pesce azzurro, che
registra un fatturato di 14,5 milioni di euro. A Pila c'è un porto per la pesca
nel fiume, la raccolta delle vongole e la coltivazione delle cozze nelle
lagune, dove sono ospitate anche le imbarcazioni da diporto e ci sono le
"cavane" della Cooperativa Pescatori di Pila; poco lontano nella
laguna c'è il Porto per le imbarcazioni da pesca in alto mare.
Gli altri mercati del Polesine sono a Porto Viro, che
commercia prevalentemente prodotti delle acque interne; quello di Scardovari,
mercato delle cozze D.O.P. e delle Vongole Veraci del Delta.
Da ricordare, infine,
che il Polesine, con 170 imbarcazioni, detiene il 25 per cento dell’intera
flotta veneta.
GUARDIAMO LE FOTO
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L'asta del pesce |
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La mappa della foce del Po di Pila |
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Il Faro di Pila di proprietà della Marina Militare |
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La Sede del Mercato ittico di Pila |
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Il Piazzale del Porto di Pila |
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Imbarcazioni in sosta nel Porto di Pila |
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La mappa del Porto di Pila per le imbarcazioni d'alto mare |
Imbarcazioni in sosta |
Diga di separazione della laguna dalla terra ferma, sullo sfondo la Centrale Enel di Polesine Camerini |
Diga di protenzione per le imbarcazioni in sosta |
Il Porto per la pesca in alto mare |
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Pesce azzurro - Sardine ed alici |
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Cozze D.O.P. |
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Sardine ed Alici |
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Cannocchie |
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Gamberi |
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Go |
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Molleche |
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