L’ALLUVIONE DEL POLESINE di Massimo Gamba (Autore TV) da “Il Tempo e la Storia” – programma di RAI
STORIA – condotto dal gionalista Massimo Bergamini, in Studio lo storico
Giovanni De Luna – Immagini e filmati del 1951 ed interviste recenti di Giancarlo
Morelli, l’amato sindaco di Rovigo dal 1951 al 1956, scomparso il 28 aprile
2013 e del Sindaco di Adria Sante Tugnolo (nel 1951 il più giovane sindaco d’Italia,
poco più di ventenne, anche lui in carica fino al 1956) autore del libro di
memorie “I giorni dell’acqua”. E’ un documento
importante sia per le immagini che per le analisi storiche contenute.
Allagamenti,
terremoti, frane. Quante volte la cronaca ci ha messo di fronte a calamità
naturali che devastano il nostro territorio? Che uccidono persone e distruggono
strade, campi o intere città?
Tragedie
spesso evitabili ma che fanno emergere la solidarietà umana e il sostegno
attivo a favore di chi in pochi attimi ha perso ogni cosa.
In questa
puntata si parla di tutto questo attraverso la prima grande catastrofe
ambientale della nostra storia repubblicana: l'alluvione del Polesine
È il tardo
pomeriggio del 14 novembre 1951. Ad Occhiobello, piccolo comune veneto sulla
riva sinistra del Po in provincia di Rovigo,
piove da due settimane senza interruzione come non era mai accaduto. Il
Po è gonfio oltre l'inverosimile e la sua ondata di piena ha già tracimato in
diversi punti, quando l'argine sinistro del fiume cede e milioni di metri cubi
di acqua si riversano sulle povere campagne del Polesine.
Migliaia di
persone perdono la casa e tutti i loro beni, l'economia dell'intera regione
viene distrutta.
Secondo lo
storico Giovanni De Luna, la metafora bellica è quella più adatta per leggere
l'alluvione del Polesine descritta come una cronaca di guerra.
La “Rotta di
Occhiobello” appare come una disastrosa disfatta militare e la fuga dei
contadini sembra rievocare l‘immagine di un esercito in ritirata.
Il linguaggio, i termini usati, il tono, la
concitazione sono tutti elementi che ci riconducono a una guerra che, sebbene
già finita da 6 anni, aveva lasciato nel profondo delle coscienze e dei nostri
quadri mentali una traccia indelebile; quasi una caporetto meteorologica.