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Mi hanno sollevato a braccia e fatto entrare in un
furgone dal retro, poi hanno fatto, altrettanto con l’amico e chiusa la
portiera a due ante. Tutto questo è avvenuto molto rapidamente, io ho cercato
di divincolarmi, inutilmente!
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Ero spaventato,
ho gridato più volte, dopo un po’, ho
cominciato a picchiare sulla parete di lamiera, ricordo ancora il rumore,
l’abbiamo fatto insieme due tre volte ad intervalli.
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Ad un tratto un soldato ha aperto e ci ha fatto
scendere prendendoci in braccio. Ci ha fatto cenno di spettare. Non era uno di
quelli di prima. Era una persona di mezza età.
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Poi è’ arrivato con una grossa mortadella o wurstel.
Con un grosso coltello l’ha tagliata a metà e ce l’ha messa in mano facendoci
cenno di andare. L’ho portata a casa e
per un paio di giorni è stato il secondo piatto a pranzo e cena per tutta la famiglia.
Un soldato tedesco buono? Forse avrà pensato ai suoi figli in Germania. Sicuramente c’erano soldati diversi dalle SS e della Gestapo, responsabili delle fucilazioni in massa; della deportazione degli ebrei; dei campi di sterminio; dei forni crematori…… In Italia i tedeschi proteggevano gli squadristi fascisti e le brigate nere e la polizia politica del governo repubblichino. Pensa che a Villamarzana il plotone di esecuzione era composto dagli squadristi fascisti italiani: 42 sono state le persone fucilate. L’abbiamo saputo dalla storia della guerra provocata dai nazisti tedeschi, dai fascisti italiani e dai giapponesi e dei crimini dei quali si sono responsabili.
Ricordi altri episodi?
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Da bambino ho vissuto quel periodo come tutti i
bambini della mia età; ogni tanto sentivo gli adulti che parlavano fra loro.
Ricordo quando dicevano che la guerra era finita, ma poi sono venuti i tedeschi. Ogni giorno
suonavano le sirene di allarme, a volte anche quando eravamo a tavola; sentivo
il rumore di aerei che passavano, poi suonava la sirena del cessato allarme.
Eravamo in periferia, i miei genitori, ed i parenti sfollati da noi, pensavano
non fosse pericoloso. All’esterno dell’officina tedesca non c’erano mezzi
militari visibili. So che altri militari erano nelle Scuole vicine alla Chiesa
San Bortolo, a 300 metri da casa, ma lì c’era l’Orfanatrofio e la Casa di
Ricovero. Gli aerei che passavano sopra di noi hanno bombardato la Stazione di
Rovigo, i ponti sull’Adige, quello di
Boara sulla Statale e quello di ferroviario di Granzette. Questi ponti furono
oggetto di oltre centoquaranta bombardamenti, che distrussero il ponte
ferroviario (17 agosto 1944), il ponte sulla Statale 16 (20 aprile 1945), ma
anche molte abitazioni civili, la parrocchiale, il comune ottocentesco e
l'intera piazza del paese, facendo quattordici vittime civili. A Lusia il 20 aprile 1945 il bombardamento,
fece 74 vittime, compresi interi nuclei familiari, e con loro il vecchio centro
del paese che comprendeva la chiesa e la villa Morosini, all'epoca sede del
municipio. Dopo quei bombardamenti, nei giorni successivi, è cambiato tutto.
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Il ponte sull'Adige sulla statale 16 a Boara Pol.(RO)/Boara Pisani (PD) |
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dopo il bombardamento
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Danni e altre vittime innocenti inutili. Sappiamo dalla
storia che i tedeschi erano in fuga e nei bombardamenti gli alleati non hanno
ucciso soldati, ma solamente inermi ed innocenti civili. Ad esempio nel
ferrarese interi paesi trasformati in cimiteri (Argenta, Filo di Argenta,
Portomaggiore) centinaia e centinaia di persone uccise inutilmente, mentre i
tedeschi se ne erano già andati.
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Filo di Argenta dopo il bombardamento |
Continua a raccontare .....
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Durante interi giorni si sentivano i rumori di
cannonate e di bombardamenti e si diceva che gli alleati erano vicini. Nella
tettoia-officina non c’erano più mezzi militari. Di sera, un soldato con divisa
tedesca sale e dorme nel fienile attiguo alla camera dove dormivo io con i miei
fratelli; all’alba del giorno dopo è
stato visto, dal proprietario del fienile, spezzarsi volontariamente un
braccio con la spranga del torchio. Ha preso
la spranga nella cantina dove c’erano le botti del vino, ha appoggiato il
braccio in un piolo della scala e con
una botta secca si è procurato la frattura.
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L'eccidio di Villadose - Ceregnano nella notte della liberazione di Rovigo |
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Intanto continuavano le cannonate. Alla sera i miei
decidono che dovevamo andare vicino al cimitero; c’era andata molta gente.
Quella doveva essere una zona sicura, ma quella è stata invece una notte di
terrore e panico.
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Non c’era molta strada attraverso campi.
Ad un tratto
lunghi sibili sulle nostre teste e poi scoppi. Entriamo in un rifugio scavato
in un campo, ma io che ero l’ultimo della fila non riesco ad entrare e mi fermo
sulla discesa. Il mio corpo era per metà esposto ad eventuali pallottole di
mitragliatrici. E se fosse caduto proprio lì una cannonata?
Il papà decide
allora che dovevamo andare nel centro di Rovigo. Ancora per campi, ci fermiamo
dentro una buca di una cannonata, una mezz’ora; poi ripartiamo. Vicino a Porta
San Bortolo entriamo in un portone di un palazzo dove c’era un rifugio, vicino
all’Osteria detta del Maresciallo. Ma non riusciamo ad entrare, pieno zeppo di
gente. Seduti per terra fino al mattino in quell’atrio, mia mamma con la
sorellina in braccio, i miei due fratelli di 5 e 7 anni e poi io, il più
grande, di poco più di 9.
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All’alba il papà esce per andare a verificare la casa,
giunto vicino viene fermato da persone armate, perquisito e trattenuto con
altri; poi viene rilasciato perché è riuscito a convincerli che abitava vicino.
Non abbiamo mai saputo se erano fascisti o partigiani.
Il papà ci riporta a casa.
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A metà mattinata c’è concitazione fra i vicini che si radunano
nella tettoia ormai vuota. Qualcuno mi mette nelle mani una bandiera bianca e mi
porta sul ciglio della strada, dove era stata scavata una trincea. Il mio
compito era quello di continuare a sventolare la bandiera. Poi il contro
ordine: troppo pericoloso. Passa qualche tempo e sulla via di quelle che
chiamavamo “le casette” (ora via Bruno Buozzi), c’era gente che correva,
qualcuno grida “sono arrivati gli alleati!”. Le persone presenti decidono di
andare incontro ai liberatori. Partiamo tutti, io in testa con la bandiera
bianca. Stava arrivando un carro armato, forse una colonna. Il carro armato si
è fermato, non ricordo quanti erano, c’era molta confusione, si vedevano dei
militari che parlavano con dei civili. I carri armati rimanevano fermi e non succedeva
niente. Qualcuno decideva di tornare
indietro, temendo pericolo. Io li ho seguiti.
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La liberazione di Argenta - Qui è un militare a guidare con bandiera il gruppo di civili.
Sembra la scena di quando avevo io la bandiera bianca, avevo 9 anni. |
Bravo papà! Bravo nonno! Sei stato un bambino coraggioso! Ma
non hai mai raccontato queste storie a noi quando eravamo piccole. Sappiamo dalla
storia che il 25 aprile si festeggia la fine della Seconda Guerra Mondiale, la
sconfitta militare della Germania nazista e l’ingresso nelle nostre città delle
armate anglo-americane, accolte festosamente dalla popolazione.
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La guerra non è finita il 25 aprile 1945. La resa
senza condizioni dell’esercito tedesco è stata accettata il 29 aprile e resa
effettiva solo il 2 maggio 1945. Il 25 aprile invece è l’anniversario della insurrezione
generale di tutte le formazioni partigiane dell’Alta Italia, ordinata dal
Comitato Nazionale di Liberazione, per evitare che gli Alleati continuassero a
bombardare sulla linea del Po e le città ed evitare le stragi di civili. In
tutta l’Alta Italia, nelle grandi Città,
i tedeschi si sono arresi ai partigiani in quel giorno, mentre gli
operai occupavano le fabbriche per evitare che i tedeschi le sabotassero.
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“A Sud del Po l’insurrezione era iniziata
spontaneamente già da qualche giorno: Bologna e Ferrara il 18-19 di aprile si
erano auto liberate senza l’intervento degli alleati. Imola si era liberata dopo una sanguinosa lotta coi tedeschi ben
quattro giorni prima dell’arrivo degli Alleati e per questo la città venne insignita
della medaglia d’oro al valore militare.”
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Tra la nebbia e l'afa dei campi polesani, la
Resistenza germogliò con gruppi nati ad Adria, Badia Polesine, Castelmassa,
Ceneselli, Ficarolo, Fiesso Umbertiano ed Occhiobello (solo per citarne
alcuni), subito diventati una spina nel fianco dei nazifascisti che reagirono
con rastrellamenti e rappresaglie.
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“ Anche molti comuni polesani già dal 23-24 aprile
erano sotto il pieno controllo dei
Comitati di Liberazione locali. Memorabile fu
l’attraversamento del Po sotto il pericolo del “fuoco amico” da parte di alcuni
partigiani di Gaiba per far cessare il bombardamento alleato che stava distruggendo
inutilmente i nostri paesi in quanto i tedeschi, incalzati dai partigiani, non
erano riusciti ad organizzare alcuna valida difesa all’avanzata alleata. Nel
solo Veneto si arresero alle formazioni partigiane circa 140 mila soldati
tedeschi.”
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“Il 25 aprile è
quindi una ricorrenza legata alla memoria di tutti quelli che si opposero al nazifascismo, disobbedendo, combattendo, morendo,
all’interno di quel vasto movimento di popolo chiamato Resistenza.”
Distruzioni e morti non solo da parte tedesca; anche gli
Alleati hanno causato morti.
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Anche una sorella del nonno, mia zia, è stata uccisa
in un bombardamento a Roma. Non ho mai accettato l’idea che per essere
“liberati” fossero necessari tutti quei bombardamenti che hanno causato
migliaia di vittime civili (600 solo ad Argenta in un solo giorno, uno dei
luoghi del Delta), ancor di più oggi a distanza di oltre 70 anni, conoscendo
maggiormente gli avvenimenti; si è trattato di inutili massacri di civili, non
giustificati da alcuna esigenza militare, con i tedeschi che stavano fuggendo,
o che si davano prigionieri o disertavano, di fronte all’imponente forza
militare degli Alleati.
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Fascisti e nazisti nelle loro retate prendevano le
persone civili innocenti, compresi bambini "a caso". Gli alleati
lanciavano le bombe "a caso", le cannonate "a caso". Bombe
e distruzioni Lungo il Po e l’Adige, e dove c’erano ponti, spesso centrando gli
abitati invece dei ponti. Ovunque, come avvenuto in Provincia di Ravenna e
Ferrara, e come nel resto d’Italia.
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Da questa terribile esperienza è nata l’Unione Europea
che finora ha assicurato la Pace per oltre 70 anni e speriamo continui per
sempre. Non dovranno più esserci dittature, guerre, distruzioni e morte di
innocenti.
Pino Schiesari